SALVO RUSSO - L'ISOLA

Scrivere su Salvo Russo e la sua pittura implica una riflessione.
Ogni sua opera è un racconto figurato di grande complessità, ricco di rimandi e di simboli, colto, raffinato nella tecnica.
È limitativo darne una lettura nella sola chiave critica, assegnandogli o per meglio dire trovargli una collocazione tra i contemporanei.
Ma pur essendo egli un artista in continua ricerca e quindi suscettibile di maturazioni e cambiamenti, ci si sente nei suoi riguardi condotti ad aprire, dato il suo filone di ricerca e la sua poetica, una parentesi più propria alla storia dell'arte.
Nel panorama del contemporaneo è una personalità originale, ricca di una cultura artistica poliedrica e di grande spessore, capace di rimanere se stesso, sempre riconoscibile.
Sebbene abbia attinto, o più esattamente si sia nutrito, attivando un processo metabolizzante, di secoli di grande pittura europea, è del tutto fuorviante catalogarlo, nella definizione di citazionista.
Con sapienza ed attenzione ha guardato ai maestri dei secoli passati per coglierne sprazzi di idee, ispirazioni, segreti del mestiere traducendo i loro insegnamenti in un proprio personalissimo linguaggio.
Chi ricerca nelle sue opere la lettura filologica e risalire alle idee illuminanti il processo di decifrazione risulta arduo.
Ha attinto a piene mani da ogni epoca e da ogni scuola con la metodicità del ricercatore e lo sguardo incantato del poeta. La cura nel dipingere i dettagli di ogni elemento, roccia, albero, animale, acqua, cielo è degna dei secoli d'oro della pittura fiamminga.
In un vagheggiamento onirico di torri e fari, di asperità modulate di rocce, di verde limaccioso o di trasparenza smeraldina di mari, di orizzonti carichi di nubi si ritrovano frammenti della pittura di Bruegel il Vecchio rivisto attraverso le nette geometrie e l'aria immota dei surreailisti e metafisici.
Ma certi luminosi tocchi di colore, come giochi di luce solare sulle chiome degli alberi, accendono nella nostra memoria visiva ricordi di campagna inglese sortia dal pennello di Constable.
Ma quando Thiolos e portici colonnati dominanti livide marine, occhieggiano tra la scura eleganza di boschetti di cipressi stagliati contro cieli tempestosi ad essere evocati sono atmosfere romantiche.
I rimandi sono molteplici.
Si rintracciano particolari desunti ora da uno ora dall'altro artista.
Sono riferimenti a Bruegel ma anche a Bosch e a Cranach, se non a Caravaggio.
Qualche brano può avere la fonte in un romantico, Fussli oppure Corot? gli oggetti sparsi come sfuggiti, in un contesto non pertinente conducono a Dalì a Tanguy.
In ultima sintesi ci rendiamo conto che ogni particolare è stato inserito con una significazione del tutto particolare, con riferimenti esoterici, di matrice alchemica, astrologica.
È sottintesa la conoscenza dei repertori simbolici medievali, degli erbari e dei bestiari.
Al fine questa vasta materia si è ricomposta in un fantastico intrigante, misterioso, giocoso racconto colorato dalla variegatissima tavolozza creata da una abile mano e arricchita dalle trasparenze delle velature e dalle suggestioni degli effetti di luce.
Salvo Russo da linee e volumi, frasi e parole, tocchi di colore, lame di luce ha creato opere, piccoli frammenti d'infinito che lo esprimono nella completezza della sua personalità.

 

Anna Maria Schmidt